Morti in F1 e MotoGP: come il motorsport è ora più sicuro che mai
Aggiornato il 16 marzo 2024 per incorporare il nuovo veicolo di sicurezza e alcune modifiche al circuito per migliorare la sicurezza.
Chiunque nel mondo delle corse automobilistiche ti dirà che, non importa quante grandi menti lavorino insieme, nulla è mai sicuro al 100%. Non è possibile prevedere ogni tipo di incidente e tutte le variabili che potrebbero verificarsi durante una gara.
Semplicemente non è possibile.
Tuttavia, nel corso dei decenni abbiamo fatto molta strada in termini di sicurezza di motociclisti e conducenti, quindi ora, nonostante si verifichino numerose cadute e incidenti, raramente si verifica la morte di motociclisti o conducenti (per fortuna).
Come ha sottolineato il pilota di punta della MotoGP Andrea Dovizioso:
“Le bici e le attrezzature migliorano grazie alla tecnologia, ma il corpo umano rimane lo stesso”.
Ad esempio, negli anni ’70 il massimo livello delle corse motociclistiche ha visto ben 24 morti in 10 anni. Rispetto ai soli 4 durante la MotoGP nell’ultimo decennio e solo 1 di quei decessi è stato tecnicamente durante il massimo livello delle corse (Marco Simoncelli).
Lo stesso si può dire della F1, con 12 morti negli anni ’70, rispetto a solo 1 negli ultimi 25 anni (Jules Bianchi).
In totale, tra tutte le categorie e gli eventi dalla sua creazione, 104 piloti sono morti in un evento del Moto Grand Prix, rispetto ai soli 52 piloti rimasti mortalmente feriti in un evento del Campionato del mondo FIA o alla guida di un veicolo di F1 in un altro evento.
Il più recente è il pilota della Moto3 Jason Dupasquier, deceduto a maggio 2021 dopo un incidente durante le qualifiche del Gran Premio d’Italia. È stato trasportato in elicottero in ospedale, ma purtroppo il 19enne è deceduto.
La sua morte ha spinto molti ciclisti a chiedere che si facesse di più per la sicurezza dei ciclisti junior e forse è la ragione alla base delle modifiche al regolamento sull’età minima. (Vedi di seguito i regolamenti aggiornati per il 2022)
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